Nell’ultimo periodo siamo stati “bombardati” dall’uscita di un numero consistente di DPCM, Decreti legislativi e affini, per lo più riguardanti la gestione della pandemia di Covid-19.
In questo universo, non sempre di facile comprensione, è forse sfuggita l’entrata in vigore di un importante strumento che potrebbe aiutare a rendere più vivibile il mondo del lavoro. Si tratta della Convenzione 190, entrata in vigore il 25 giugno 2021, due anni dopo la sua adozione in seno alla Conferenza Internazionale del Lavoro.
La convenzione introduce per la prima volta una definizione internazionale della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro, che comprende non solo l’aggressione fisica, ma anche, ad esempio, le molestie di genere e addirittura la violenza domestica. Insomma un mondo spesso nascosto e che raramente viene denunciato, ma che ha notevoli ripercussioni sui lavoratori, non solo sul piano fisico, ma anche psicologico, sessuale ed economico.
“La Convenzione 190 invita tutti gli Stati membri dell’OIL a contrastare la violenza e le molestie nel mondo del lavoro in tutte le loro forme. Esorto i paesi a ratificare la Convenzione e a contribuire a costruire, insieme ai datori di lavoro e ai lavoratori e alle loro organizzazioni, una vita lavorativa dignitosa, sicura e sana per tutti”. Queste le parole di Guy Ryder, Direttore Generale dell’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro). Parole che paiono cadere nel vuoto visto che ad oggi solo 6 Paesi (Argentina, Ecuador, Figi, Grecia, Mauritius, Namibia, Somalia, Uruguay) hanno ratificato la Convenzione. Per questo l’OIL ha lanciato la campagna globale #RatifyC190 con tanto di Kit volto a sensibilizzare governi e cittadini su questa importante tematica che impatta sulle nostre vite di tutti i giorni.

Per saperne di più

https://www.ilo.org/rome/risorse-informative/comunicati-stampa/WCMS_806901/lang--it/index.htm