Oltre il 70% degli impiegati utilizza app di messaggistica per condividere dati sensibili e informazioni critiche dell'azienda, e il 52% di professionisti e manager d’impresa fotografa documenti di lavoro riservati e li spedisce tramite WhatsApp, ma uno su quattro di essi (24%) sbaglia destinatario

Questi i risultati di uno studio di Veritas Technologies, azienda specializzata nella produzione di soluzioni tecnologiche per la protezione dei dati, e di un sondaggio Federprivacy, associazione dei professionisti della privacy e della protezione dei dati personali.

Non sempre l’uso di questo strumento nel contesto lavorativo è fatto con consapevolezza, soprattutto se guardiamo all’ambito della riservatezza. Spiega Nicola Bernardi, presidente Federprivacy, “Se da una parte le aziende investono risorse e denaro per mantenere un adeguato livello di conformità generale al Gdpr, la realtà è che in molti casi esse hanno perso il controllo dei propri dati personali a causa del fatto che molti dipendenti si sono abituati a ricorrere spesso alla scorciatoia dell’app per trasmettere informazioni riservate ignorando le policy aziendali […] Se le imprese non correranno presto ai ripari, sarà inevitabile assistere a una progressiva crescita di contenziosi e violazioni derivanti dall’uso irresponsabile di tali applicazioni”

Per questo, per i propri associati, Federprivacy ha messo a disposizione un decalogo con le regole per un utilizzo “GDPR friendly” delle app di messaggistica, ma ogni azienda dovrebbe iniziare ad adottare proprie regole e procedure per evitare danni dovuti alla superficialità nell’utilizzo dei mezzi di comunicazione.

Per approfondimenti:

https://www.federprivacy.org/informazione/primo-piano/ora-i-dipendenti-preferiscono-whatsapp-alla-mail-dati-aziendali-fuori-controllo